Nell’anno mille l’Europa era divisa in tantissimi stati e la condizione sociale non era molto buon, basti pensare che l’età media nelle classi disagiate era di 45 anni per gli uomini e 30 per le donne.

Ma dopo l’anno mille si ha un boom tecnologico, e vi è un fremito nella classe disagiata.

Nel panorama italiano, le città sono state sempre centro delle attività economiche e politiche, attirando i servi che avevano conquistato un po’ di libertà, cominciando a lavorare come artigiani, fino a partecipare alla vita cittadina.

In campagna andavano a formarsi i comuni rurali, e in ogni centro c’era sempre una cappella, chiesa o monastero.

La vita del contadino era fatta di fatica e lavoro nei campi, per poter portare a casa un po’ di cibo per far sopravvivere la sua numerosa famiglia. La sua visione del mondo era molto ristretta: il proprio appezzamento, la sua casa, il castello o il monastero. La casa era molto semplice e i vestiti erano confezionati dagli stessi contadini.

Dopo il mille però, si ha una forte ripresa demografica, dovuta principalmente alla bonifica dei territori, a minori carestie e a maggiori condizioni igieniche, e all’avanzamento della tecnologia con nuovi sistemi di coltivazione e con l’evoluzione degli attrezzi.

Tutti questi mutamenti portarono alla disgregazione dell’economia curtense dei feudatari e degli ecclesiastici, perché c’era richiesta di nuove terre, maggiore domanda e miglioramento delle tecniche agricole.

I grandi proprietari terrieri dovettero vendere parte delle loro terre o affittarle, facendo così nascere la figura del mezzadro. Conseguentemente ci fu un intenso sfruttamento e dissodamento delle nuove terre.

I semplici centri rurali diventarono nuovi centri di colonizzazione, per sfruttare le nuove terre.