Nell’alto medioevo gran parte dei contadini era stata esclusa dalla letteratura, dall’arte e dalla cultura italiana. Il ritrovato rapporto tra cittadini e contadini portò alla formazione dei ceti più poveri e fece in modo di diffondere il volgare. La campagna comunque ci appare più umanizzata e civilizzata. Nella satira del villano, il contadino non è solo l’uomo poco colto, ma è anche un uomo scaltro, cioè che si dimostra in grado di imbrogliare.Il vizio di considerare il villano come un uomo rozzo continuerà a lungo nel tempo. La satira del villano, in conclusione, consiste nell’esprimere non soltanto una sua coscienza ed una protesta contro la miseria e l’oppressione cittadina, ma anche una vera risposta polemica al cittadino o al padrone, e contro il potere costituito dallo Stato.

 

Che gli è disfatto già tutto il paese
E savio è il contadino che se n’è ito
poiché la guerra ancor non è bandita…
el contadin che el verno non s’aita,
non ricoglie né il verno, ne la state…
Eci certi paesi rovinati
ch’altro non ci è rimasto che letame,
e’ povar contadin ci son restati
per lavorare e muoion si di fame;
son presi per far taglia da soldati…;
se non si accordan questi cittadini,
che non vedete se voglion lassare,
et insegareli forse a governare…
E chi sarebbe ancor che per parere
che qualche imbasciator vi fusse accepto
farli, si vel chiedesse, un bel piacere
come i’ vi chieggio questo che ha l’effetto
di poter lavorare el mio podere,
e non haver de li Spagnoli sospetto…