ALLOGGI COMUNITARI E ACQUARTAMENTO OBBLIGATORIO PER MERCANTI

Accanto alle opportunità d’alloggio per viaggiatori risultanti dall’ospitalità gratuita e dall’obbligo generalizzato d’ospitalità gravante sulle case sin dai tempi più lontani esisteva per gli stranieri la possibilità di prendere alloggio presso case o quartieri pubblici creati da sovrani o autorità comunali. L’autorità superiore in questi quartieri era di norma nelle mani di un capo-fondaco, che regolava il loro funzionamento interno e li rappresentava verso l’esterno. Non sempre però i mercanti erano obbligati a risiedervi, poiché in molte città esistevano altre possibilità d’alloggio offerte dagli ospizi o dall’ospitalità privata: sembra, infatti, che gli alloggi privati a pagamento fossero spesso di gran lunga preferiti ai fondaci gratuiti. I mercanti stranieri cominciarono però a prendere alloggio al di fuori di queste corti, che si trasformarono sempre più in depositi coatti ed empori. Istituti d' ospitalità e case private cominciarono a sparire, lasciando il posto alle locande vere e proprie, agli empori pubblici o altri tipi di magazzini forzati. La protezione ed il controllo degli ospiti e delle loro merci poterono essere messi in atto fino all’istituzione di locande, empori e magazzini. L’inadeguatezza delle opportunità d’alloggio e ristorazione venne superata con l’espansione delle città e la crescente integrazione culturale dei popoli e ceti sociali europei. Si assistette alla decadenza delle forme d’alloggio comunitario e coatto. I mercanti cominciarono a preferire sempre più, a questo commercio itinerante, il commercio stanziale svolto tramite corrispondenza. I rapporti tra la casa madre e le filiali erano garantiti normalmente da una corrispondenza fitta, trasportata da dei corrieri. Quest’evoluzione favorì la scomparsa sia dell’ospitalità generale sia degli antichi alloggi comunitari, e promosse lo sviluppo dell’ospitalità professionale a pagamento.

 

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